Paraletteratura?


In un'intervista all'ex responsabile degli Oscar Mondadori Ferruccio Parazzoli sul Corriere si parla di paraletteratura. E di tante altre cose di narrativa che, a me risultano piuttosto criptiche. Tipo:

L’idea, piccola o immen­sa, da cui nasce un’opera letteraria scatta invece nel punto esatto in cui la linea orizzontale del­l’esperienza interseca quella verticale dell’arte. Per Pavese è il ronzio della mosca dentro a un bicchiere...

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Interessante ma un po' misterioso. Sarà che la mia personale esperienza sulla narrativa è stata forgiata da autori un po' più dozzinali così come la mia esperienza partica di narratore (non di scrittore) mi ha portato a trattare la materia con uno spirito di praticaccia, ma trovo che certi atteggiamenti un po' aulici e metafisici abbiano fatto male alla letteratura. Sarò populista ma da un responsabile di una collana che avreppe potuto (e in parte lo ha fatto) conquistare frotte di lettori mi aspettavo qualche cosa di più. Una o due di quelle idee semplici che accendono lampadine nella testa e non cercano in tre righe di far risplendere un lampadario sgragiante, abbagliante e un po' ingombrante.

Ma forse è proprio così. La narrativa è tutt'altro che un atto naturale e umano. Non è per niente semplice e per essere affrontata necessita di una capacità logica e disquisitiva che va giù in fondo, a profondità che non ha tutti sono concesse.

Io, però, non ci credo.

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