Hitler (Giuseppe Genna)


Ci ho girato intorno per un po'. Confesso un certo pregiudizio per gli scrittori nazionali, soparttutto quelli contenporanei. E poi quella forma mattoniforme che preannuncia più di seicento pagine... insomma se poi non mi piace arrivare al fondo è u vero calvario (conservo, malgrado quel che dice Pennac, un certo cattolicissimo senso di colpa nel non terminare un libro).

Ma alla fine l'ho comprato. Ed è stata una particolare coincidenza: mentre scrivo i post della storia di famiglia sulla particolare avventura di mio padre nella seconda guerra mondiale, senza aggiungere niente che non sia la sua memoria e la cronaca storica, mi trovo di fronte ad un personaggio, l'Hitler di Genna, che mi appare sempre di più il controcanto al cameriere piemontese che stava vivendo lo stesso tempo storico.

Allucinazioni, ossessioni, parossismi. Una ricerca spasmodica di rivoltare lo status quo, teorie complottistiche, weltanschauung complesse e strutturate, progetti grandiosi per il futuro, velleità politiche, artistiche. Un uomo ossessionato dalle proprie idee e dal suo posto nel mondo. Tutte cose che in mio padre non sono mai esistite. Neppure la traccia più lontana. Forse perché è stato sempre ben consapevole del suo posto nel mondo. Un posto piccolo ma confortevole e onesto nel quale ha costruito il suo nido e nel quale ha passato la sua vita guardando dall'alto del suo ramo la Storia che passava. Un nido che lo ha protetto per tutta la sua lunga esistenza.

Capisco che mettere a confronto mio padre con Hitler può sembrare azzardato ma non bisogna dimenticare che vissero un periodo storico in comune (anche a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro) l'uno come padrone, l'altro come schiavo e poi uno come vittima (di se stesso) l'altro come sopravvissuto. Alla fine due persone, due esseri umani. Nel suo commento al vangelo secondo Giovanni, il beato Gioacchino da Fiore, sintetizzò l'intento dell'evangelista più visionario come il redattore che più si era occupato della parte spirituale del Messia avendo visto come gli altri tre avessero indugiato sulla "parte umana". E qui Genna fa il percorso inverso. La storia ha elevato il signor Adolf Hitler ad una figura archetipica, scanrificandolo di ogni "parte umana". Il male assoluto fino a diventare non-umano. Qui invece si legge di ciò che fu umano, terreno, la parte umana del demonio.

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