Lingua Matrigna (alla Scuola Holden)


Ho cominciato ieri un nuovo corso alla Scuola Holden con i ragazzi del Master. Il corso di chiama Lingua Matrigna. Tutto quanto parte da una considerazione: in Italia esiste un numero consistente di scrittori, che scrivono in italiano ma per i quali l'italiano non è la lingua madre. Autori come Hamid Ziarati (persiano), Nicolai Lilin (russo), Younus Tawfik (iracheno), Anilda Ibrahimi (albanese) vengono nel nostro paese e non solo si "integrano" ma ne assumono anche la lingua. Per me, che come Thomas Mann, faccio una fatica bestiale a scrivere la trovo una avventura incredibile. Da questa considerazione parte la ricerca con gli studenti. Ho proposto loro di incontrare alcuni di questi scrittori e di trovare modi originali (e digitali) di raccontare da diversi punti di vista le storie (un blog? una docufiction? un video?).

Questo progetto ha ottenuto un certo interesse da CurrentTv con la quale spero si riesca a costruire una collaborazione duratura.

Gli studenti: al solito una selva di mani avanti, di distinguo, di "cosa dobbiamo fare?" come fosse un compito della scuola dell'obbligo, di sguardi indifferenti, spaventati perfino, a parte i soliti partecipatori che quasi lo fanno di professione. Lo so, poi parteciperanno più o meno tutti e se va come le altre volte ricorderanno con piacere questo corso. Bisogna trapassare la corazza di ironico, spaventato distacco.

Neanche questa volta un "ok, figo, proviamoci". Vogliono prima capire, essere rassicurati che nessuno si farà male, che l'acqua è abbastanza calda, che il bagnino è in servizio, che le meduse sono lontane, gli squali estinti. Nessuno che chieda "da dove si comincia?" tutti che vogliono sapere "dove andremo?" Mi chiedo: nessuno riesce ad immaginare che, con la forza che hanno possono portare il corso dove gli pare a loro? Che quando nulla è definito tutto è possibile e dunque c'è posto per creare il mio solido, personale regno dove tiranneggiare incontrastato?

E di nuovo mi sento nato in un altro mondo fatto di entusiasmi violenti, di voglia di partecipare, di parlare poco e di fare tanto, di incazzarmi, di appropriarmi di qualsiasi cosa si muova, e di buttarmi a testa bassa senza compromessi o salvagenti.
Buona fortuna a tutti.

Gli scrittori che hanno accettato di partecipare sono:


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Commenti

  1. Io la prima cosa che farei è un bel ritratto ad ognuno di loro.

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  2. potrebbe essere un'idea. mi suggerisci un bravo fotografo ;)

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