Saramago incompatibile con l'infanzia (meglio il rock)


Leggere Saramago è una vera esperienza sportiva. Una delle prime regole che cambia la vita allo scrittore dilettante è quella di scrivere frasi brevi. Sono più facili da controllare. Invece lo scrittore, in barba alle regole, buone solo per gli scrittori dilettanti, si spertica in frasi lunghissime. Stile particolarmente inadatto per chi vive in casa con due gemelle di pochi mesi. La continua richiesta di attenzione, le piccole attività della logistica quotidiana impediscono la concentrazione da maratoneta che ci vuole per passare la giornata con un tipo così.

A malincuore metto da parte L'anno della morte di Ricardo Reis e mi dedico a qualcosa di più leggero. Il giorno in cui è morto il rock è morto di Chuck Klosterman (titolo originale:Killing Yourself to Live). Dal Nobel per la letteratura al giornalismo musicale (e qui mi scappa la citazione di Frank Zappa: gente che non sa scrivere, intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere). Una storia semipersonale sui morti del rock and roll scritta in quello stile tardo giovanilistico dai secchioni che alle feste non suonavano ma scrivevano per il bollettino del college. E' ormai un vero e proprio genere di scrittura, denso di parolacce, libertà espressive che nel nostro paese troviamo in riviste come Rolling Stone o Mucchio Selvaggio. Uno stile un po' decadente di adolescenti troppo cresciuti e che alla fine trovano rivoluzionario cominciare una storia con "cazzo". Però è divertente e se anche Emma vuole essere presa in braccio non interrompe un granché.

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