La freccia del tempo (Martin Amis)



Non c'è dubbio che Martin Amis sia un fottuto, ricco figlio di papà, discendendo da quel Kingsley Amis, commediografo poeta, comunista, laburista, conservatore, anticomunista, adultero e bevitore.
Una condizione che pur non negandogli una certa notorietà letteraria lo poteva far diventare uno di quegli autori abituati a disquisire sulla punta delle proprie scarpe essendosi risparmiati le durezze della vita che, come si sa, forgiano. E invece il ragazzo (classe 1949) è bravo. Non solo per talento ma anche per una innata curiosità nell'esplorare i generi. Come con la semi-biografia storica di Stalin con Koba il Terribile o la riflessione sull'11 settembre con il Secondo aereo.

La freccia del tempo è un'esperimento straordinario. Una storia raccontata alla rovescia: Tod T. Friendly riemerge "dal più buio dei sonni" e rivive la sua vita proprio come una moviola in reverse.(Da leggere assolutamente la seduta in bagno rivista al contrario, che finisce con l'acqua del cesso completamente limpida)
Il risultato è esilarante e preoccupante allo stesso tempo. Ma non è solo un esperimento di letteratura è anche una storia con un personaggio complesso e disturbante che si ricostruisce pezzo a pezzo. O si "scostruisce".

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