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Che non ci fosse più tempo per scrivere a lungo e che il pubblico disposto a sorbirsi centinaia se non migliaia di pagine di lettura si stia assottigliando lo si era capito da un po'. Ma ci si è accorti anche che il fascino irresistibile del volume non ha perso di smalto. Il libro è anacronstico, ingombrante, generatore di polvere, sfondatore di tasche e causa dell'incremento delle spese di spedizione ma è ancora in cima al desiderio di qualunque scrittore. Persino per i digital native, quelli nati, professionalmente parlando, con il computer tra le mani. E così ci casca anche il mitico David Pogue geek massimo del NYT che raccoglie i Tweet e li trasforma in un libro.

La nostra storia in 160 caratteri

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