La nuova scrittura


Newsweek ha pubblicato un interessante "poster" sulla battaglia tra i libri di carta e gli ebook. Le opzioni, per via della scelta grafica sono incompete. Ad esempio viene preso in considerazione solo il Kindle e non le altre numerose forme di ebook. Ciò che è più interessante è la tagline che lo accompagna: does one have to win?

In effetti la teoria che tecnologia scaccia tecnologia è spesso richiamata nelle discussioni. La carta costa, è pesante. La carta è affascinante, non ha bisogno di elettricità. La carta non è interattiva, l'ebook è interattivo. Credo che il nocciolo della questione stia proprio nell'ultima frese.

Il libro stampato è il più naturale dei mezzi per accogliere la scrittura. La scrittura, così come la conosciamo, è fissa e non prevede interazione (o interruzione). Cos' gli ebook non saranno molto differenti dai libri di carta. In questo caso la concorrenza tra i due mezzi si riduce solo ad un problema di reperibilità e semplicità produttiva. Sono stato felice di scaricare l'ebook A castle in the forest di Norman Mailer, trovandomi in un luogo completamente sprovvisto di librerie. Meno contento quando la scarsa resistenza della batteria del mio IPhone mi ha costretto a smettere di leggere per evitare di diventare irreperibile.

La vera concorrenza si farà su forme di narrazione che sono ancora largamente immature. L'ipertesto da solo è morto. Così come il primo cinema aveva importato il teatro, senza sfruttare a pieno le potenzialità del mezzo, parlare di ebook in termini di trasposizione del romanzo, o del saggio pensati per il libro è poco interessante. Ok, è più economico, ci fa salvare le foreste, lo trovi dove c'è una connessione a internet. Ma dal punto di vista dei contenuti ci manca ancora che possa fare quello che hanno fatto autori come Eizeinstein o Pudovkin, che introducendo l'idea di montaggio hanno aperto un intero universo che ha saputo svilupparri parallelamente al teatro.

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