Storie di famiglia 23



Questa è una storia irrimediabilmente legata al cibo. Mio padre è cresciuto in una osteria, figlio di una cuoca e di un produttore di vino. Lavorava nell'osteria quando lo hanno arrestato. Il suo destino era quello di ereditare l'attività. Quando lo hanno portato al centro di smistamento dei lavoratori coatti, dopo l'arresto, un lager nei pressi di Dresda lo hanno destinato ad un casino militare dove divenne ben presto hausmeister. Era una sorta di gestore del piccolo casino nel quale gli ufficiali si ritiravano in licenza. Si sarebbe occupato della cucina, degli approvvigionamenti.

Alla liberazione, insieme al fratello si dirige verso Praga. entrambi si impiegano come cemerieri in attesa di un treno che li riporti ad Ovest. Uno lavora al bar della stazione centrale, mio padre come cameriere all'hotel di Marlene Dietrich. Hotel di cui non sono ancora riuscito a risalire al nome. Quando riescono a prendere un treno che viaggia verso sud, gli americani li fermano e li portano in un centro di smistamento dei prigionieri di guerra. Ci penseranno loro a rimandarli a casa. Nel fattempo mio padre lavora nelle cucine della 5a armata americana.

Insieme al fratello ha il compito di riabilitare una sessantina di sopravvissuti dei lager, italiani e francesi. Tra i loro compiti quello di rimetterli in piedi e di impedire loro di mangiare tutto ciò capitava loro a tiro. I loro stomaci ormai non più abituati al cibo li avrebbero uccisi. La guerra di mio padre finì così, impedendo a poveri diavoli di ammazzarsi con il cibo.

Gli americani gli avevano promesso un autobus che mio padre avrebbe dovuto guidare. Colmo di quei sessanta sopravvissuti da riportare a casa. L'autobus non arrivò mai. Furono caricati su un camion militare e mossero verso sud.

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