Reggicalze nella notte

Questa mattina un impensabile salto nel passato riporta a galla un mistero dell'adolescenza. Qualcuno, sull'asfalto, ha lasciato pagine strappate di un giornale pornografico. Non credevo esistesse più questa attività misteriosa ed evocativa di un lontano passato di carta.

Nella mia infanzia e adolescenza (stiamo parlando degli anni settanta e ottanta) non era raro imbattersi per la strada di frammenti di riviste patinate pornografiche fatte a pezzi. Organi genitali (pelosissimi) e accessori erotici di ogni genere occhieggiavanoda quei frammenti, evocando ogni sorta di attività erotica. Non ho mai trovato una rivista intera.

Mi sono sempre chiesto a che storia alludessero quei pezzi di porno. Una ipotesi era che fossero il frutto di una distruzione rabbiosa da parte di qualche moglie o madre alla scoperta che la loro controparte maschile si sollazzasse con tali bassezze. Ipetesi debole in quanto le macerie di tale furia sarebbero dovute sparire nel fondo di qualche bidone dell'immondizia per evitare, oltre alla beffa, l'ignominia di ospitare in casa un maniaco.

L'altra ipotesi proveniva dalla complessa educazione cattolica: un sapido tira e molla tra redenzione e peccato (con una spiccata passione per il secondo). I frammenti erano abbandonati sulla strada di ritorno da scuola da qualche corruttore. Una specie di corrispondente a coloro che, si diceva, regalassero caramelle con la droga ai bambini, fuori le scuole.

 I bambini, passando, si sarebbero trovati di fronte alla cruda realtà del peccato, in tutte le sue forme. Ma se questa era l'ipotesi, perchè strapparne le pagine? Qui entrava in gioco il perverso bizantinismo dell'addestramento catechistico:

1. L'untore viveva una forte contraddizione interna (redenzione-peccato) e dunque, pur avendo la diabolica necessità di traviare, il suo angelo custode moribondo lo spingeva a rendere incomplete le immagini diaboliche, mutilandole (in effetti molti framenti erano incomprensibili se non ad un esperto della materia)

2.Il traviatore sapeva, per esperienza personale, che il peccato ottunde la sensibilità.  E dunque se i bambini fossero stati precipitati nel mondo della pornografia con testi completi ed esaustivi si sarebbero presto auto-immunizzati ridendo di quelle posizioni innaturali e di quelle facce falsamente estatiche. I frammenti invece alludevano, evocavano, come le gonne malandrine delle compagne di scuola, le mitologie sulla riproduzione di cui ci si nutriva senza mai trovare sollievo. Avvolte dal mistero della mutilazione quelle immagini rimanevano scoplite nella curiosità di ogni adolescente.

Altre spiegazioni non ne ho mai trovate. Era molto  raro trovare frammenti di rotocalchi femminili o settimanali di politica. O forse quei pezzi di carta, senza dubbio maledetti, sono quelli che maggiormente si incastravano nella memoria di un essere in pieno sviluppo.

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