Un Sommellier del Calcio



Pomeriggio nebbioso sulle Langhe a chiacchierare di calcio con Gigi Garanzini. Garanzini è una specie di sommellier del calcio, un intenditore senza eccessi ed esagerazioni. Un giornalista della razza dei Gianni Brera che amavano il calcio perché dava loro modo di scrivere storie appassionanti.

Gli faccio notare la differenza tra il suo libro, E continuano a chiamarlo calcio e Futbòl la raccolta di storie epiche dello sport del pallone, dell'ancor più mitico giornalista scrittore sudamericano Osvaldo Soriano. Il suo libro è stato scritto nell'autunno 2006, sull'onda dell'indignazione di calciopoli. Si sente il disgusto. "Il calcio è cambiato" e mi racconta la sua amarezza e in un certo senso la sua resa di fronte ad uno sport che ha fatto di tutto per rendersi al vita difficile. "Se possibile hanno fatto ancora di peggio."
Eppure non esita a ricordare una rimonta da un tre a zero nel lontano campionato del 1984, raccontandomi come si costruisce una notizia quando ci si fa rimontare dal Siena. Con tutto che non è neppure juventino. Sono strani questi che raccontano di calcio per mestiere e per passione. Lo svergognano, lo denudano, a volte dimenticano persino di guardare le partite eppure il gesto atletico, la gloriosa rimonta, il centravanti mitologico come un semidio caciarone stanno ancora lì nella loro memoria, pronti a scattare appena qualcuno ha voglia di fischiare l'inizio.

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