Tamburi nella notte

Un colpo cupo, di cannone, rimbomba per tutta la valle. Dice il Corano che in tutto il mese di Ramazan ti asterrai dal cibo per tutto il giorno fin dopo il tramonto, e il tramonto comincia nel momento in cui ti sarà impossibile riconoscere la differenza tra un filo di lana rosso e uno nero. Ora è tutto più semplice, basta il colpo di cannone che annuncia la fine del digiuno.


Dai minareti si alza l'hazaan. Non c'è il muezzin che si è arrampicato fin sulla balconata a cantare la grandezza di Allah. E' una registrazione, in qualche moschea annunciata dallo stesso cicalino delle vecchie stazioni ferroviarie. In alcuni punti, quando si riescono ad ascoltare tre, quattro hazaan contemporaneamente, l'effetto è di un eco assolutamente identico a se stesso. L'hazaan è in arabo. Alla fondazione della repubblica, negli anni venti, l'hazaan in arabo fu vietato ed era cantato nella lingua nazionale. Negli anni cinquanta fu Adnan Menderes, il presidente impiccato nel 1961 per attentato alla Costituzione, a levare il divieto di usare l'arabo per le celebrazioni religiose. La preghiera è tornata in arabo dappertutto.

Questa notte passano i tamburi del Ramazan. Sono ragazzi del paese che suonano tamburi di guerra. Svegliano la gente affinchè possa mangiare e fare l'amore nel bel mezzo della notte, quando è ancora permesso. Si avvicinano alle case illuminate, alla gente che mangia sulle terrazze, per ricevare un'offerta per il loro lavoro.

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