Cartelli di cartelli


Si sa che le nostre strutture pubbliche sono state progettate, quando non riadattate su esigenze che sono cambiate nel corso degli anni. Le ASL ad esempio si sono centralizzate poi delocalizzate, poi riorganizzate e le strutture hanno dovuto riflettere continuamente i cambiamenti. Lo strumento principe per la riconfigurazione di spazi e funzioni è il cartello composto in word, stampato a grandi lettere e appiccicato con generosità su ogni superficie piana.

La caratteristica di questi cartelli è che indicano come comportarsi in determinate condizioni diventando così dei veri e propri strumenti di interazione. L'interfaccia però (il questo caso il muro) non è stata progettata ma è frutto di una sedimentazione continua di cartelli successivi. Quindi non solo bisogna leggerli tutti ma bisogna cnhe metterli in ordine di interazione (prima vai qui, poi fai questo, in seguito questo).

Il lavoro di ricostruzione del prercorso è ancora più arduo per via del fatto che i redattori delle istruzioni sono spesso esperti del proprio mestiere (termini tecnici e gergali) ma molto meno esperti della comunicazione.

Ecco che la riconfigurazione delle strutture e delle funzioni si ribalta sull'utente che deve comprendere una struttura logica non data, la cui scansione temporale si irferisce ad una organizzazone non conosciuta e gli unici indizi che sono presenti (il testo dei cartelli) è spesso scritto in un linguaggio non condiviso.

E così martedì scorso posso dire che sia stata una fortuna incontrare una infermiera che mi ha guidato alla visita dermatologica di Sofia, altrimenti sarei ancora la a decifrare cartelli.

(Questo post è venuto fuori un po' ostico, spero prima o poi lo legga il direttore di una ASL)

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