Ridere pedalare, dare di matto



Il ragazzo ride
Il ragazzo ha problemi psichiatrici. Lo incontro sul corso, mentre vado al lavoro o nella pausa pranzo. Esce di casa e corre. Ha un po' i piedi piatti ma ha una bella corsa distesa, piena di elettricità come se correre a quel modo fosse la cosa più bella al mondo. Mi chiedo se faccia attenzione quando attraversa la strada. Ride spesso e se non ride ha quel sorriso di uno che ha appena ricevuto una bella notizia. Al bar commentano: ride per niente. Aggiungerei: ride per niente che noi possiamo comprendere perché lui sa di cosa sta ridendo. Basta guardarlo. E ricomincia a correre come se il livello di energia vitale avesse raggiunto il limite e dovesse esplodere in un atto di puro piacere. Sono sicuro che lui sa dove sta andando.

Il ragazzo pedala
Al paese c'è un ragazzo che vive su una bicicletta. Non l'ho mai visto sulle sue gambe. Non l'ho mai visto fermo. Non va veloce ma tiene il passo costante di uno che messo nella giusta direzione potrebbe fare il giro del mondo senza scendere. Non gli ho mai rivolto la parola, non l'ho mai visto parlare con nessuno. Concentrato com'è a pedalare non è facile ascoltare le chiacchiere della gente che si incontra in paesi come quello. Alla sua bicicletta vuole bene. È una bicicletta ordinaria, con il cambio e il manubrio da città. Il ragazzo ha aggiunto dei grandi specchi retrovisori, una borsa porta mappa, delle sacche appese alla ruota dietro. Per un po' di tempo aveva anche una di quelle bandierine triangolari che ti segnalano agli automobilisti. Ma poi l'ha tolta, forse attirava troppo l'attenzione. Dicono che faccia sempre la stessa strada. Ma nessuno lo ha mai seguito nei suoi viaggi, dall'inizio alla fine.


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